I GdC-Bollate, fedeli al loro motto “cammina e usa mezzi di trasporto pubblici” anche per la visita alla Certosa di Garegnano si sono avvalsi del treno dalla stazione di Bollate Centro alla stazione di Certosa. Una breve camminata ed ecco la Chiesa del Cenobio di Garegnano accoglie i camminatori in un elegante atrio porticato che fa da cornice alla splendida facciata.
Sulla facciata notiamo alla sommità le statue della Vergine Assunta tra gli angeli e della Maddalena trasportata in cielo; nella parte centrale della facciata le statue dei patroni della diocesi, San Carlo e Sant’Ambrogio; sopra il portale un dolcissimo altorilievo con “riposo durante la fuga il Egitto”, ai lati le statue di San Bruno e del Vescovo Ugo oltre ai busti dei fondatori della Certosa Giovanni e Luchino Visconti. Tutte le sculture sono realizzate con il pregiato marmo di Candoglia riservato solitamente alla costruzione del Duomo di Milano.
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La chiesa è composta da navata unica, le pareti laterali e la volta a botte sono completamente affrescate da Daniele Crespi nel ‘500, maggior interprete del barocco milanese, con le storie della vita di san Bruno, fondatore dell’ordine monastico. Colpisce la tonalità chiara delle vesti dei monaci della parete laterale di sinistra, quella violacea sulla parete di destra che racconta i primi avvenimenti della vita di Bruno.
Gli affreschi più suggestivi sono: la momentanea resurrezione dal catafalco di un celebre dottore parigino che dichiara la sua colpevolezza e la sua condanna all’inferno, il sogno premonitore del vescovo di Grenoble, Bruno e compagni chiedono al vescovo un luogo di ritiro, la benedizione della prima pietra della cattedrale di Chartruse, San Pietro e la Vergine approvano la Regola Certosina e per ultimo il Conte Ruggero di Calabria incontra san Bruno tra i boschi della Sila. In questo riquadro il Crespi si raffigura nel volto di un servo che suona il corno da caccia (1629 quando il pittore concluse l’opera).
L’abside, il tiburio e la cupola sono invece opere di Simone Peterzano, maestro del Caravaggio, eseguiti dal 1578 al 1583, che seguendo i dettami della Controriforma rappresenta con grande perizia coloristica e espressività la Crocefissione, la Resurrezione e l’Ascensione di Cristo. Sua opera anche i grandiosi affreschi del presbiterio ai lati dell’altare maggiore che rappresentano la Natività e la Adorazione dei Magi. La guida fa notare che uno dei Re Magi ha la pelle del viso scura mentre le gambe scoperte sono bianche.
Nella Cappella del Rosario, affrescata dal Bellotti (seconda metà del 1700), si apprezzano scene con i misteri del Rosario. La cupola con la Vergine in gloria ricorda gli affreschi del Tiepolo. La guida prima di congedare i Camminatori mostra il plastico della Chiesa e la planimetria del grandioso complesso monastico circondato dalla fertile, irrigua pianura e dal folto bosco della Merlata.
Grazie ai Fotografi dei GdC: Loredana, Mario, Pino e Gian Piero
Ultimo agg.: 05 Mag 2022