Specie / Generi di Fagacea presente in questa pagina

  1. CASTAGNO
  2. FAGGIO
  3. QUERCIA CERRO
  4. QUERCIA COMUNE – FARNIA
  5. QUERCIA ROSSA AMERICANA

La famiglia della Fagaceae comprende generi come Castanea (il castagno),  Quercus (varietà di querce) e  Fagus (varietà di faggi). Sono piante legnose con foglie alterne semplici, a margine intero, dentato o lobato. Piante monoiche ove gli amenti maschili e femminili, per lo più allungati, sono presenti sulla stessa pianta ma separati. I frutti (castagne, ghiande e faggiole) sono secchi circondati da un involucro che  deriva dalle brattee.

CASTAGNO (Castanea sativa)

Sinonimi: Castagno europeo — Provenienza: Europa meridionale, Nord Africa e Asia occidentale — Famiglia: Fagaceae

Esemplari a Bollate: Parco Centrale

Albero deciduo che può raggiungere i 30/35 metri di altezza e 5/6 m di diametro del tronco. Molto longevo, può superare i 500 anni di vita. Il tronco è diritto, con chioma conico-piramidale nei giovani esemplari, con tendenza a diventare ampia e tondeggiante. La corteccia è grigio-nocciola negli esemplari giovani, brunastra con sfumature grigiastre, rugosa e screpolata profondamente con andamento a spirale negli alberi adulti.

Le foglie compaiono da aprile a maggio, sono alterne, ellittico-lanceolate, lunghe 10-20 cm e larghe 4-8 cm, con margine dentato in corrispondenza delle nervature seghettato ed apice appuntito; sono di colore verde intenso e lucide, più chiare nella faccia inferiore.

primi amenti a maggio

Fiorisce da fine giugno a luglio con infiorescenze ad amento miste o anche solo maschili; le infiorescenze maschili sono rappresentate da spighe lunghe 10-15 cm di color giallo-verdastro, quelle femminili sono formate da fiori singoli o riuniti a gruppi di 2-3, posti alla base delle infiorescenze maschili, e destinati a formare il “riccio”. Le infiorescenze miste sono più brevi, complesse e si sviluppano verso l’apice del ramo.

Il Frutto è rappresentato dalle castagne, protette dal riccio fortemente spinoso, rivestite da una buccia marrone, liscia e coriacea, dalla polpa dura, commestibile dopo cottura, di sapore dolce. Ogni riccio in genere contiene 2-3 castagne.

Utilizzo/Particolarità: già molto diffuso in epoca preistorica per i suoi nutrienti frutti. Le castagne possono essere destinate al consumo fresco o alla trasformazione industriale. La farina di castagne ha rappresentato nelle zone montane d’Italia una importante fonte alimentare fino agli anni ’50. Il legno semiduro trova impiego soprattutto nella fabbricazione di mobili, pali di sostegno, travature, doghe per botti. Non adatto come combustibile perché produce poco calore e brucia male.
In Sicilia presso il Comune di Sant’Alfio (CT) alle pendici dell’Etna si trova uno dei più vecchi esemplari di Castagno (circa 2000 anni) con circonferenza del tronco di 5 metri e della chioma di 50 metri! Viene ricordato come “castagno dei 100 cavalli” perché tanti poteva proteggerne sotto la chioma.

Per saperne di più: Acta Plantarum ————– Wikipedia

Ultimo agg.: 26 Nov 2021

CASTAGNO

FAGGIO (Fagus sylvatica)

Sinonimi: Faggio occidentale — Provenienza: Europa — Famiglia: Fagaceae

Esemplari a Bollate: Parco Centrale, Parco Expo

Albero longevo (sino a 300 anni), maestoso che può raggiunge i 25–30 metri di altezza e 1,5 m di diametro. Fittamente ramificato cresce ampio con rami anche penduli, corteccia liscia e sottile di color grigio-cenerina. Assume forma alta e colonnare nelle vecchie fustaie, massiccia e nodosa negli esemplari isolati, bassa e fitta nei boschi cedui. E’ dotato di capacità pollonifera ossia sa rigenerarsi anche se reciso ed ha radici ben sviluppate che avvolgono sassi e si approfondano a cercare nutrimento. Terreni sterili si arricchiscono con la sua presenza e, in montagna, la faggeta viene chiamata “madre del bosco” per sottolineare questa sua capacità.

Foglie: le foglie, caduche, sono brevemente picciolate (1–2 cm) e sono disposte sul ramo in modo alterno, ovate, lunghe 6-10 cm con punta acuta, margine ondulato e spesso con piccoli denti arrotondati, 5-9 paia di nervature ben evidenti (carattere distintivo rispetto al carpino che ne presenta 10-15 paia), lucide su entrambe le facce, di un bel colore verde chiaro in primavera, più scure successivamente, verde più chiaro nella faccia inferiore. Carattere distintivo del faggio sono le gemme lunghe 1-2 cm, appuntite, come “piccole lance” (decisamente più lunghe rispetto al carpino).
Nella varietà Fagus sylvatica ´Purpurea´, le foglie presentano un caratteristico colore rosso porpora.

Fiori: fiori maschili e femminili sulla stessa pianta, giallastri, che compaiono in aprile-maggio in mazzetti corti; gli amenti maschili sono penduli con un peduncolo di 5-6 cm , quelli femminili sono a cupola con 4 valve pelose, un po’ spinose che poi lignificano.

Frutti: i frutti, chiamati “faggiole”, sono due-tre nocette triangolari lunghe 1-2 cm contenute in involucro legnoso, peloso, ispido, rossiccio che in autunno si apre spontaneamente in quattro valve. Fruttifica ogni 2-3 anni.

Utilizzo/Particolarità: le faggiole ricordano un po’ il sapore delle mandorle e in passato venivano usate per ricavarne un olio, surrogato di quello d’oliva, e tostate e macinate rappresentavano un surrogato del caffè. Ma attenzione perché contengono acido ossalico che, ingerito in grande quantità, può provocare nausea e danni alla salute. La produzione di frutti avviene ogni tre, quattro anni (“anni di pasciona”).
Il legno del faggio è molto pregiato: leggero, raramente aggredito dai tarli, viene utilizzato per mobili, compensati, suppellettili e fabbricare zoccoli. Essendo robusto era utilizzato anche per manici di martello, scuri, picconi; i veneziani lo usano per costruire remi e alberi per le navi. Arde con buon potere calorico e resa prolungata: “ceppi da notte di Natale” dice Mario Rigoni Stern nel suo “Arboreto Salvatico”!

Per saperne di più: Acta Plantarum ————– Wikipedia

Ultimo agg.: 26 Nov 2021

FAGGIO

CERRO (Quercus cerris)

Sinonimi: Quercus austriaca, Quercus asplenifolia, Quercus crispa, Quercus frondosa — Provenienza: Europa meridionale, Bacino del Mediterraneo — Famiglia: Fagaceae

Esemplari a Bollate: Parco Centrale

Albero di grandi dimensioni (può raggiungere i 40 m), con tronco diritto e chioma stretta piramidale quando è giovane, ampia e diffusa quando è vecchio. Tra le querce è la specie che cresce più rapidamente, resiste bene alla siccità e pertanto è ben sviluppato, in Italia, nelle regioni meridionali, non nelle isole perchè resiste male al vento. La corteccia è grigia scura, con fessure e creste ruvide ma non presenta placche.

Foglie: alterne di forma molto variabile, ovate strette, lunghe 6-12 cm e larghe 3,5-5 cm, con 4-9 lobi irregolari tendenzialmente triangolari e un po’ appuntiti, ineguali tra i due lati. Le foglie presentano un picciolo di 1-2 cm e un colore verde scuro nella compagine superiore ed una peluria biancastra in quella inferiore.

Frutti: la ghianda, sessile o brevemente peduncolata quando giunge a maturazione misura quasi 3 cm (più grande rispetto alle altre querce). E’ ricoperta per metà della sua lunghezza da una cupola di squame ripiegate all’esterno (cappello a “colbacco”) e solitamente si presenta in gruppi di 1-4 elementi. Per germogliare nel terreno le ghiande possono richiedere anche 2 anni.

Utilizzo/Particolarità: il legno del cerro essendo povero di tannino rispetto alle altre querce è meno resistente e tende a fissurarsi lungo le fibre, non è quindi adatto a realizzare mobili, tuttavia brucia puù rapidamente ed è quindi adatto come legno da ardere e, in passato, nelle carbonaie.

Per saperne di più: Acta Plantarum ————– Wikipedia

Ultimo agg.: 22 Giu 2022

QUERCIA CERRO

FARNIA o QUERCIA COMUNE (Quercus robur)

Sinonimi: Quercia Comune, Quercia Europea, Quercia Peduncolata, Quercia Inglese — Provenienza: Europa e Caucaso — Famiglia: Fagaceae

Esemplari a Bollate: Parco Centrale, Forestazione Zandonai, Parco Camilleri

E’ un albero che crese lentamente ma può raggiungere i 30-35 metri e vivere anche oltre gli 800 anni, maestoso ed elegante con suggestivo disegno della sua ramificazione. Come pianta isolata si presenta con una chioma espansa, globosa ed irregolare; nei boschi la sua chioma può assumere un aspetto ovale allungato. La corteccia negli esemplari giovani è liscia, verde-grigia; negli alberi vecchi è bruno-grigia con solchi longitudinali, sinuosi e protuberanze.

Foglie: decidue, alterne, subsessili (= picciolo molto breve di 2-5 mm), lunghe dai 7 ai 14 cm, larghe da 2 a 6 cm, tendenzialmente più larghe all’apice e più strette alla base ( di forma obovata = uovo al contrario) con margini lobati arrotondati (da 4 a 7 lobi per lato) e due vistose orecchiette ineguali alla base della foglia (stipole). Sono di un bel colore verde scuro, lucide nella faccia superiore, verde blu nel versante inferiore.

Fiori: le inflorescenze maschili e femminili sono presenti sullo stesso albero (pianta monoica), quelli maschili sono amenti penduli verdognoli, quelli femminili in un involucro poco appariscente. Compaiono a fine marzo-aprile

Frutti: le ghiande maturano in autunno (settembre-ottobre). Sono lunghe fino a 4 cm, di forma ovale-allungata, con cupola ruvida ricoperta per circa un quarto da squame romboidali. Il colore va dal verde chiaro al marrone con il procedere della maturazione. Le ghiande crescono singolarmente o a gruppi su peduncoli lunghi 3 – 7 cm (carattere differenziale da altre querce).

Utilizzo/Particolarità: legno pregiato, duro e duraturo con venature di grande bellezza. Utilizzato da secoli per costruzioni navali, palafitte, botti da invecchiamento, mobili, rivestimenti, pavimenti. Le ghiande sfamano animali selvatici e da allevamento. Dai popoli antichi veniva chamata “robur” perchè simboleggiava la forza, la tenacia, la virtù, il coraggio, la dignità e la perseveranza.
Dalla sua corteccia si estraeva il tannino utile per conciare le pelli.
Negli ultimi anni, in corrispondenza di estati molto asciutte, le chiome ingialliscono e la corteccia viene colonizzata da funghi, virosi e infestazioni da parassiti (vedi sotto) che possono portare a morte in poco tempo, una pianta anche rigogliosa.

La Quercia robur censita come la più vecchia e più grande d’Italia (Monumentale) si trova in provincia di Udine a Bertolo: 500-600 aa di età, 8,11 metri di circonferenza del tronco a petto d’uomo, 22 metri di altezza.

Per saperne di più: Acta Plantarum ————– Wikipedia
Parassitosi delle Farnie
Le galle, come ci insegna il nostro botanico Dr. Giovanni Regiroli, sono formazioni ove il parassita deposita le uova; nel nostro parco si trovano in particolare 2 tipi di galle:
1) “galle a carciofo” (in alcuni alberi sono molto numerose e sembrano delle gemme di crescita) sono indotte dell’Andricus_foecundatrix, piccola vespa che punge il peduncolo delle foglie.
2) “galle sferiche” sono le galle classiche delle querce; anche queste sono indotte chimicamente, tramite puntura con l’ovodepositore, da piccole vespe (Imenotteri, come le vespe comuni, appartenente però alla famiglia dei Cinipidi); nelle galle possono nutrirsi e crescere protetti i loro “piccoli”. Un appartenente alla famiglia è il “cinipide del castagno”, la vespa cinese che tanti danni ha fatto e fa su castagno. Per approfondimento vedi Agraria Org

Ultimo agg.: 26 Nov 2021

QUERCIA COMUNE – FARNIA

QUERCIA ROSSA AMERICANA (Quercus rubra)

Sinonimi: Quercus angulizana, Quercus borealis, Quercus maxima, Quercus sada — Provenienza: zone centro orientali Nordamerica — Famiglia: Fagaceae

Esemplari a Bollate: Parco Centrale, Parco Camilleri, Scuola Montessori

Albero alto fino a 25-30 metri, con portamento diritto quasi colonnare nei giovani esemplari per poi diventare possente con grandi rami che si irradiano dal tronco e danno luogo ad una chioma ampia, globosa con cima arrotondata. La corteccia è sottile, grigia e liscia, con l’età sviluppa creste squamose che lasciano intravedere nelle fessure la corteccia interna rossa.

Foglie: caduche, semplici, alterne, obovate (= a forma di uovo al contrario), con picciolo di 1-4 cm, sono lunghe circa 10-20 centimetri e larghe 10-20 centimetri, con lobi (4-6 per lato) profondi, incisi ed appuntiti . Sono glabre (senza peli), lucide, di colore verde intenso nella compagine superiore e verde pallido-grigio nella compagine inferiore con ciuffetti di peluria marrone nelle ascelle delle nervature; in autunno assumono un colore giallo-arancione-rosso intenso che mantengono sino all’inverno quando cadono dalla pianta.

Fiori: infiorescenze unisessuali (pianta monoica: amenti maschili e femminili sulla stessa pianta ma separati), i maschili sono raccolti in lunghi amenti penduli vistosi, regolari e verdognoli; i fiori femminili, poco evidenti, sono situati all’attaccatura (o ascella) delle foglie. Fioritura a fine marzo-aprile.
Frutti: ghiande solitarie o in coppia, ovali lunghe 2–3 cm, con cupola corta e larga, poco avvolgente, portate da peduncoli molto corti. Per germogliare a terra possono impiegare anche 2 anni.

Utilizzo/Particolarità: nei nostri parchi viene utilizzata a scopo ornamentale per il colore del fogliame e perché resistente a malattie.
Un esemplare centenario, monumentale, è presente a Milano in Piazza XXIV Maggio messa a dimora nel 1918 dall’ingegnere Giunio Capè in onore del figlio Giuseppe, alla in memoria dei caduti del rione Ticinese-Lodovica della Grande Guerra. Presenta una circonferenza di 4,75 metri ed altezza di 18 metri

Per saperne di più: Agraria.org ————– Wikipedia

Ultimo agg.: 26 Nov 2021

QUERCIA ROSSA AMERICANA

Ultimo agg.: 24 Nov 2021

Famiglia delle Fagaceae