Comprende Conifere sempreverdi, ad eccezione del Larice, monoiche, caratterizzate da foglie aghiformi. Sono alberi molto longevi. I generi più importanti Pinus, Abies, Picea, Cedro e Laryx, come già visto nelle generalità sulle Conifere, sono ben distinguibili tra loro per la dimensione e disposizione degli aghi; più problematico invece il riconoscimento delle singole specie nell’ambito di ciascun genere.

Genere Pinus

Caratteristiche comuni: aghi lunghi da 5 a 15 cm, tipicamente riuniti in fascetti di 2-3, raramente 5 elementi, portati spesso da brevi rametti (detti brachiblasti). Si riconoscono circa 120 specie: nelle zone alpine italiane sono presenti il pino silvestre, il pino nero, il pino cembro (o cirmolo) e il pino mugo, che presenta dimensioni di cespuglio; nella zona mediterranea è presente il pino domestico, il pino marittimo, il pino d’Aleppo. Fra i pini di importazione ricordiamo il pino strobo. Le differenti specie sono riconoscibili dal portamento, dalle caratteristiche della pigna (cono) e degli aghi.

PINO AMERICANO (Pinus strobus)

Sinonimi: Pino Strobo, Pino di Weymouth. Originario del Nord America (Montagne Rocciose), introdotto in Europa come albero ornamentale verso la metà del 1800, viene qui citato perché alcuni esemplari sono presenti nel giardino della Scuola Montessori e nella Scuola Marco Polo. E’ facilmente riconoscibile dagli aghi lunghi fino a 10 cm, morbidi, riuniti in fascetti di 5 elementi (fra i pini italiani solo il cirmolo presenta fascetti di 5 aghi, tutti gli altri pini italiani presentano fascetti di 2 o 3 aghi) e dalla pigna stretta e lunga fino a 15 cm; i semi sono dotati di un’aletta per favorire la dispersione col vento.
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PINO DOMESTICO o PINO DA PINOLI (Pinus pinea)

Specie spontanea in zone marittime o coltivata per la produzione dei pinoli.
Presenta una tipica chioma espansa ad ombrello, il tronco è diritto relativamente corto, marrone-rossiccio con larghe scaglie o placche lisce. Le pigne sono grandi e simmetriche di circa 10–15 cm, le squame (brattee) contengono ciascuna due pinoli che maturano in circa tre anni.
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PINO MARITTIMO (Pinus pinaster)

Chiamato “pinaster” in tono dispregiativo perché non produce pinoli commestibili come il Pino Domestico.
In Italia cresce spontaneamente lungo i litorali sabbiosi e resiste al vento salmastro. Presenta una chioma piramidale che diventa poi ovoidale espansa. La corteccia è grigio-chiara nelle piante giovani, diventa bruno-rossastra profondamente fessurata con il passare del tempo. Le pigne peduncolate, leggermente curve e molto affusolate quando sono chiuse, diventano globose aprendosi e liberano i semi di forma ovale, neri con lunga ala per favorire la disseminazione con il vento.
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PINO NERO (Pinus nigra)

Pino Nero

Presente nelle regioni montuose delle Alpi, Abruzzo, Aspromonte, Sila e Etna e regioni mediterranee, è utilizzato ora anche nei nostri parchi o giardini a scopo ornamentale. Albero dal portamento variabile, per lo più conico-espanso, con chioma densa che può raggiungere i 20–30 m (alcuni esemplari possono superano i 50 m). La corteccia presenta un colore dal rosso-marrone al grigio scuro, con ampie fessure. Gli aghi, riuniti a gruppetti di due elementi, sono lunghi 12–15 cm. Le pigne sono di 5–8 cm.
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PINO SILVESTRE o PINO DI SCOZIA (Pinus sylvestris)

Specie spontanea in Italia nelle zone alpine e in alcune zone dell’Appennino. Alto fino a 40 metri, presenta una chioma dapprima conica quindi piramidale-espansa di colore verde glauco. La sua corteccia è a placche di colore rosso-brune nella parte inferiore. Le foglie aghiformi sono riunite in gruppetti di due elementi, lunghi 3-7 cm (più corti di tutti i pini italiani). La pigne ovali, appuntite di 4–6 cm, verdi poi brune, producono semi alati piuttosto piccoli.Il suo legno viene usato per travature e lavori di falegnameria. Dalla sua corteccia viene ricavato il tannino per la concia delle pelli.
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Genere Abete

Caratteristiche comuni: portamento eretto piramidale, foglie aghiformi appiattite, lunghe fino a 2,5 cm, inserite direttamente sul ramo a doppio pettine; la faccia superiore è verde scura, quella inferiore presenta 2 strisce bianche appaiate. Le pigne sui rami sono tipicamente dirette in alto (erette); a maturità le pigne si sfaldano e lasciano cadere le squame e disperdono il seme al vento, mentre l’asse centrale rimane attaccato sui rami: sul terreno quindi non si trovano pigne intere ma solo squame e semi.
Fra le varie specie ricordiamo:

ABETE BIANCO (Abies alba – Abies pectinata)

Presenta un tronco dritto e corteccia chiara da cui il nome; le foglie sono appiattite, disposte a doppio pettine. È un albero sempre meno diffuso perché piuttosto delicato. Nell’Appennino forma, insieme al faggio, boschi misti, composti cioè da aghifoglie e da latifoglie.
Esemplari a Bollate: Parco Centrale, Scuola Rosmini, Scuola Montessori
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ABETE DEL CAUCASO (Abies nordmanniana)

E’ originario dal Caucaso ed è molto simile all’abete bianco ma gli aghi, incurvati sono disposti in due file sovrapposte ciascuna a doppio pettine. La chioma è conico-piramidale, più regolare dell’Abete bianco, e può raggiungere anche i 60 metri; i palchi sono molto fitti e disposti regolarmente con andamento spiralato, quasi mai penduli. Presenta una maggior valenza ornamentale estetica. Viene spesso usato nei giardini perché più bello.
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Genere Picea

Caratterisitche comuni: portamento eretto piramidale, possono diventare più alti degli Abies, foglie aghiformi romboidali, pungenti lunghe fino a 2,5 cm, inserite singolarmente e fittamente sul ramo “a spirale”, non a pettine come gli Abies. Le pigne sono pendenti dai rami e a maturità si sfaldano o cadono a terra ove disperdono i semi.

ABETE ROSSO o PECCIO – ALBERO DI NATALE (Picea abies)

Viene così chiamato per il colore rossastro della sua corteccia. Resiste bene alle basse temperature invernali e ai geli primaverili e occupa spontaneamente solo le zone montane dell’Europa e dell’Asia formando estese foreste dette “peccete“. È l’albero più diffuso, ampiamente utilizzato nelle opere di rimboschimento.
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ABETE DEL COLORADO o ARGENTATO (Picea pungens)

Originario delle Montagne Rocciose è simile all’Abete Rosso ma gli aghi sono molto fitti di un bel colore argentato “glauco”; il fusto presenta una corteccia grigio chiara. Importato per la sua importanza ornamentale.
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Genere Cedrus

Caratterisitche comuni: sono alberi sempreverdi di dimensioni maestose, alti fino a 40-60 m, con un legno dalla resina aromatica, tronco massiccio e possente e rami allargati. Tipicamente gli aghi sono raccolti in fascetti di 20-40 aghi su corti rametti laterali, mentre sui nuovi rami sono inseriti singolarmente. Le pigne (coni femminili lignificati dopo la fecondazione) sono eretti, hanno forma a barilotto di 6-12 cm, maturano in 2 anni quindi si aprono liberando i semi alati.
Le specie più importanti sono tre e si distinguono per il portamento, lunghezza degli aghi e tipologia dei coni, ma non è sempre facile differenziarli per la presenza di numerose varietà ed incroci spontanei o creati dell’uomo a scopo ornamentale.

CEDRO dell’ATLANTE “ARGENTATO” (Cedrus atlantica “glauca”)

Provenienza: originario del Marocco e dell’Algeria,  molto diffuso nella catena montuosa dell’Atlante, dove si trova nei versanti più freschi a settentrione dai 1.500 ai 2.200 metri.
Albero sempreverde di forma conica, corteccia grigio verde, ramo apicale eretto. Foglie aghiformi lunghe 2,5 cm, riunite in ciuffetti di 30-40 aghi rigidi e pungenti, molto fitti; i rami nuovi che portano gli aghi singoli sono brevi. I coni (fiori) maschili, prima giallastri (vedi foto) e poi bruni, sono lunghi 3-4 centimetri, eretti, cadono dopo aver liberato il polline; i coni (fiori) femminili fecondati diventano pigne lunghe 6-10 cm., con apice concavo, prima verdi poi marroni che si deteriorano sull’albero. La varietà “glauca”, facilmente riconoscibile dal colore verde-blu, è la più utilizzata per l’elegante aspetto argentato che risalta fra gli altri alberi.
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CEDRO DELL’HIMALAYA (Cedrus deodara)

Provenienza Himalaya e Paesi limitrofi.
Portamento elegante che raggiunge altezze notevoli, sino a 60 m.; forma conica con rami espansi e getti con punta pendula. Con l’età mantiene forma piramidale ma l’apice tende ad inclinarsi. Foglie aghiformi lunghe 4-6 cm riunite in ciuffetti di 20-30 aghi, morbidi, da verde brillante a glauco, più chiari e lunghi del cedro del Libano; i rami nuovi portano aghi isolati discretamente lunghi. Le pigne (coni femminili lignificati) sono erette, lunghe 7-13 cm con apice arrotondato; a maturità diventano rosso-brune.
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CEDRO DEL LIBANO (Cedrus libani )

Provenienza: Medio Oriente – Siria – Libano.
Albero sempreverde a lenta crescita, raggiunge i 40 m di altezza, presenta una forma conica da giovane, con ramificazioni anche basse che si ripiegano verso l’alto quasi a 90° “a candelabro”; con l’età la cima tende ad appiattirsi e i rami assumono un aspetto “a palchi”. Corteccia scura nero-marrone, che si fessura e si scaglia. Aghi lunghi 1-3 cm, di colore verde scuro, pungenti, riuniti in fascetti di 10-20 elementi, simili a quelli del cedro Atlantico. Le pigne erette, cilindriche di 8-15 cm presentano apice ottuso; maturando diventano verde-violaceo.
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Genere Larix

Viene qui ricordato, anche se raro nella nostra zona, a scopo didattico essendo fra le poche conifere con foglie decidue, che perdono completamente gli aghi durante l’inverno;  questa caratteristica gli consente di avere una maggior resistenza nei confronti del freddo.

LARICE COMUNE o LARICE ALPINO (Larix decidua)

Molto comune in tutte le Alpi, dove si spinge sino a quote molto elevate (oltre i 2.500 metri).
E’ un albero in genere slanciato che raggiunge un’altezza di 25-50 metri; la chioma è piramidale e rada, con rami che si staccano orizzontalmente dal tronco; vi sono comunque varietà pendule e alle quote alpine più basse la chioma può essere più espansa; sono molto longevi, vivono anche migliaia di anni. Gli aghi sono brevi, di colore verde tenue e come i cedri sono raccolti in fascetti di 20-40 elementi. I fiori maschili sono coni piccoli arancio-giallastri e cadono dopo l’impollinazione. I fiori femminili sono coni sferici rosa-violacei portati sullo stesso ramo dei fiori maschili (piante monoiche); dopo la maturazione, che dura un anno, lignificano (pigne o strobili) e permangono sulla pianta attaccati ai rami per parecchi anni anche dopo aver disperso i semi alati.
Per il suo legno dal colore rosso intenso è apprezzato nei lavori di falegnameria, specie per gli esterni. Immerso in acqua è resistentissimo. Come altre conifere dalla resina si estrae la trementina.

Fra i Larici Monumentali in Italia ricordiamo:

  • in provincia di Bolzano nei pressi del paese di Santa Gertrude in Val d’Ultimo, si trova un insieme di 3 Larici con circonferenza media di 6,71 (max 7,98 m) e altezza di 31,5 m (media 26,5 m), classificati come Monumentali per  età e/o dimensioni, forma e portamento, valore ecologico e pregio paesaggistico.  Al censimento del 1990 venne attribuita loro un’età superiore ai 2000 anni, smentita da ricercatori dell’università di Innsbruck che hanno stimato scientificamente un’età di circa 800 anni.
  • In Valmalenco, all’alpe Ventina, si trova invece il Larice più vecchio d’Italia che gli studiosi dell’Università di Pavia, tramite carotaggio del tronco con il ‘succhiello di Pressler’, hanno datato intorno all’anno 1000. Fa un certo effetto pensare che fosse già grandicello nel 1492 quando venne scoperta l’America!!! Non è imponente, anzi è un po’ spelacchiato ma, come si dice, deve averne passate tante!
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Ultimo agg.: 22 Apr 2022

Famiglia delle Pinaceae