I 9 ALBERI DEL :

(Mappa interattiva: clicca sul nome dell’albero per vedere la relativa scheda)

ALBICOCCO (Prunus armeniaca)

Sinonimi:Provenienza: Cina, Asia Centrale, Iraniano caucasica. — Famiglia: Rosaceae

Albero di media grandezza (5-8 m), viene mantenuto inferiore ai 3 metri nelle coltivazioni; chioma sferica elegante.

Foglie: alterne, portate da lunghi piccioli, ovate o rotonde, bruscamente acuminate all’apice, con il margine doppiamente seghettato. All’inizio della loro formazione si presentano rossicce, in seguito diventano di un bel colore verde intenso, lucide, sempre lisce.

Fiori: nella seconda metà di febbraio, prima della fogliazione, le gemme si rigonfiano e sul ramo compaiono dei bottoni di un bel rosa intenso. In marzo i peduncoli dei bottoni fiorali si allungano e i sepali (simili a piccole foglie che stanno al di sotto dei petali) si separano e lasciano intravedere i 5 petali dei fiori bianco-rosati, leggermente a coppa, e gli stami gialli di diversa lunghezza. I fiori sul ramo sono per lo più unici o appaiati.

Frutti: sono delle drupe vellutate con un solco longitudinale che a maturazione, in estate, presentano un bel colore giallo scuro-arancione con sfumature rossastre. La polpa è carnosa, dolce, molto apprezzata, contiene un guscio legnoso che protegge il seme “tossico” per il genere umano.

Utilizzo/Particolarità: Introdotto in Europa dagli arabi moltissimi secoli or sono a scopo alimentare. Esistono molte varietà coltivate nelle varie regioni italiane. Eccone alcune: Precoce d’Imola e Reale d’Imola, Boccuccia, Cafona, Canino.

Per saperne di più: Wikipedia ————–Agraria.org

Ultimo agg.: 26 Nov 2021


CILIEGIO (Prunus avium)

Sinonimi: Ciliegio dolce, ciliegio degli uccelli — Provenienza: Europa, Anatolia, Maghreb, Asia occidentale — Famiglia: Rosaceae

Esemplari a Bollate: Parco Centrale, Parco Camilleri, Scuola Marco Polo, Scuola Montessori

Si tratta di un albero deciduo che cresce dai 15 ai 25 metri di altezza. La pianta vive solo 80-100 anni. Gli alberi giovani mostrano una forte crescita con dominanza apicale. La corteccia, a più strati, è bruno chiara, rossastra che si screpola con l’età. Il legno di un bel colore rosato, lucido elastico è utilizzato per la costruzione di mobili.

Foglie: caduche, alterne, ovoidali ad apice acuto, lunghe 7-14 cm e larghe 4-7 cm, con margine dentato, lucide, di un verde pallido o brillante nella parte superiore, con nervature ben evidenti. Presentano tipicamente due o tre nettarii (piccole ghiandole nettarifere rosse extrafloreali) situate sul picciolo alla base delle foglie.

I fiori ermafroditi, peduncolati sono disposti in corimbi di due-sei elementi, ciascuno del diametro di 2,5–3,5 cm, con cinque petali bianchi;  gli stami presentano antere gialle. L’impollinazione è dovuta alle api o altri insetti.
Nel nostro parco il massimo della fioritura si manifesta a fine marzo.

I frutti , drupe carnose (ciliegia) di 1–2 cm di diametro,  vengono mangiate da molti animali ed uccelli che poi disperdono il seme nell’ambiente.

Per saperne di più: Acta Plantarum – Per i bimbi: “come riconoscere i Ciliegi” da WikiHow
Sono il Ciliegio ti racconto chi sono …

Ultimo agg.: 26 Apr 2024

Famiglia delle EBENACEAE

KAKI (Diospyros kaki)

Sinonimi: cachi, diospirio, mela d’Oriente — Provenienza: Cina e poi Corea, Giappone; arriva in Italia alla fine dell’800 — Famiglia: Ebenaceae

Albero a lenta crescita che può raggiungere notevoli dimensioni (15 m), discretamente longevo. Cresce molto facilmente nel sud d’Italia, ma con opportuni portinnesti riesce a vivere anche in pianura Padana e nel Trentino dove le temperature sono meno miti. Il tronco è eretto e la chioma densa; la corteccia bruna si stacca in piccole placche.

Foglie: grandi, caduche, coriacee, ovali allargate con corto peduncolo e apice acuminato; sono di colore verde lucente nella pagina superiore, pelose nella parte inferiore.

Fiori: sono per lo più solitari, con piccola corolla gialla, circondata da piccolo calice verde, disposti tra foglia e ramo e compaiono in maggio/giugno. Vi sono esemplari sia monoici che dioici che misti, pertanto vi sono fiori portatori solo del pistillo, altri solo degli stami, altri ermafroditi. Si riproducono per impollinazione ma anche in modo “artificiale” senza impollinazione.

Frutti: i frutti maturano in ottobre-novembre e rimangono sui rami anche dopo la caduta delle foglie; sono costituiti da una grossa bacca generalmente sferoidale (7-9 cm) giallo-arancio, buccia sottile e polpa molle e succosa. I semi presenti all’interno del frutto variano da 0 a 8. I frutti che si sviluppano senza impollinazione non hanno semi.

Utilizzo/Particolarità: “Definito dai cinesi l’albero delle sette virtù: vive a lungo, dà grande ombra, dà agli uccelli la possibilità di nidificare fra i suoi rami, non è attaccato da parassiti, le sue foglie giallo-rosse in autunno sono decorative fino ai geli, il legno dà un bel fuoco, la caduta dell’abbondante fogliame fornisce ricche sostanze concimanti” (da Wikipedia).
I frutti sono molto apprezzati dal punto di vista nutritivo perché sono ricchi di zuccheri, vitamine e proteine; ne esistono molte varietà con proprietà alimentari e resa differente che vengono da cultivar o incroci.
Il legno del cachi viene utilizzato per lavori di ebanisteria.

Per saperne di più: Acta Plantarum ————– Wikipedia ————–Agraria.org

Ultimo agg.: 26 Nov 2021


MELO SELVATICO (Malus sylvestris)

Sinonimi: Melastro — Provenienza: Europea — Famiglia: Rosaceae

Esemplari a Bollate: Parco Centrale, Scuola Montessori, Giardino dei Giusti

Il melo è un piccolo albero deciduo di 5-12 metri di altezza, con una chioma densa ed espansa e apparato radicale superficiale, può vivere anche 80 anni. Può essere potato basso e mantenuto come arbusto soprattutto a scopo ornamentale. Negli esemplari giovani la corteccia è grigio-bruna, piuttosto liscia, mentre negli esemplari più vecchi tende a sfaldarsi in placche.

 

Le foglie sono decidue, lunghe 3-4 cm, alterne, ovate con apice acuto e base arrotondata, margine fittamente seghettato, ricoperte da una peluria biancastra sulla faccia inferiore che tende a scomparire con l’avanzare della stagione.

I fiori, riuniti in inflorescenze di 3-7 elementi , sono ermafroditi di colore bianco-rosato esternamente e bianco internamente, con corolla a 5 petali sub tondi non sovrapposti di 10-15 mm; gli stami presentano antere gialle (non rosse come i peri); l’impollinazione è anemofila. La fioritura nel nostro parco inizia a metà aprile.

I frutti (pomi) sono globosi o globosi-ovoidi di 2-3 cm di diametro, giallo-verdastri, a volte con striature rossastre, molto profumati a maturità, ma di sapore aspro; racchiudono circa 10 semi che contengono modeste quantità di cianuro e possono causare avvelenamenti se consumati in dosi abbondanti. Maturano in autunno e si disgregano in inverno.

Utilizzo/Particolarità: dalla domesticazione del Melo Selvatico, fin dall’antichità l’uomo ha ottenuto il Melo Domestico che si differenzia, oltre che per i frutti più grossi e dolci, per le foglie inferiormente tomentose anche in estate; inoltre i rami non sono spinescenti. Tuttora usato come portainnesto per la coltivazione di varietà di Malus Domestica.

Esistono molte speci di “Meli da fiore” ottenuti con incroci, fra cui anche meli con foglie e fiori rossi (uno presente anche nel nostro parco)

Per saperne di più: Acta Plantarum

Melo con portamento arbustivo del Giardino dei Giusti di via Perlasca a Bollate

Malus varietà rubra o purpurea SPP (eradicato nel 2017 perché ammalato)

MELO DA FRUTTO (Malus domestica)

Sinonimi: Melo da frutto– Provenienza: Europa —  Famiglia: Rosaceae

Esemplari a Bollate: Scuola Montessori, Parco Camilleri

Il melo da frutto è simile al Melo silvestre, ma è più imponente e produce frutti più grandi selezionati per l’alimentazione. E’ un albero deciduo che può raggiungere anche 8-10 metri di altezza, con una chioma densa ed espansa e apparato radicale superficiale, longevo (anche 80 anni). La corteccia è grigio-bruna, piuttosto liscia rispetto ad altri alberi da frutto.

Le foglie sono decidue, lunghe 3-4 cm, alterne, ovate con apice acuto e base arrotondata, margine seghettato, ricoperte da una peluria biancastra sulla faccia inferiore anche a maturazione (a differenza del Melo silvestre).

I fiori compaiono ad aprile-maggio e sono riuniti in inflorescenze di 3-7 elementi; sono ermafroditi di colore bianco-rosato esternamente e bianco internamente, con corolla a 5 petali sub tondi non sovrapposti di 25-30 mm; gli stami presentano antere giallo-brune (non rossastri come nei peri); l’impollinazione è anemofila.

I frutti  detti pomi o mela comune, in realtà falsi frutti (il vero frutto è il torsolo),  sono globosi di 5-9 cm di diametro, inizialmente verdi, a maturazione diventano giallo-verdastri o rossi a seconda delle varietà; con polpa gradevole in genere dolce.

Utilizzo/Particolarità: è stato ottenuto fin dall’antichità dal Melo selvatico per produrre frutti più grossi e dolci, più adatti all’alimentazione. Esistono numerose varietà e cultivar.

Nel giardino della scuola Montessori, posteriore vicino al “Montessorto”, erano stati messi a dimora due piccoli meli da frutto varietà “Golden”,  purtroppo recentemente eliminati perché parassitati.

Nel Frutteto del Parco Camilleri di Cassina Nuova di Bollate sono stati messi a dimora, a scopo didattico, meli da frutto di differente varietà, vi ritroviamo: Melo Annurca, Melo Granny Smith e Melo Starking.

Per saperne di più: Acta Plantarum

MELO ORNAMENTALE DA FIORE

Esemplari a Bollate: Parco Expo 2015

E’ il capostipite di numerosi ibridi molto scenografici (es. Malus floribunda, Malus ‘Evereste’): alcuni alti sino a 6 m, altri con fiori solo bianchi o con frutti di un rosso molto intenso.
Originario del Giappone viene oggi coltivato diffusamente per lo splendore della sua fioritura e l’abbondanza dei piccoli frutti.Foglie: semplici, con lamina ellittica 5-6 cm x 2-3 cm, margine doppiamente seghettato, apice acuto.Fiori:  compaiono dopo l’emissione delle foglie in aprile-maggio. Sono riuniti a piccoli gruppi di 3-9 elementi in una inflorescenza a corimbo e formano ciuffetti di colore rosa intenso quando sono ancora in bocciolo; quando i fiori si schiudono il colore dei petali diventa bianco.

Frutti:  piccoli pomi di colore dal verde-giallo al rosso intenso se esposti al sole, di 1-2 cm dal sapore aspro, che rimangono sui rami senza foglie anche in inverno, caratteristica che li fa apprezzare dal punto di vista ornamentale.

Per saperne di più:

Ultimo agg.: 22 Giu 2022

MELO COTOGNO (Cydonia oblonga)

Provenienza: Asia Minore e Caucaso poi Europa e Cina – Famiglia: Rosaceae

Esemplari a Bollate: Scuola Iqbal Masih

È uno dei più antichi alberi da frutto, coltivato già nel 2000 a.C. dai Babilonesi, tra i Greci era considerato frutto sacro ad Afrodite. Attualmente è l’unica specie del genere Cydonia (non è quindi un Malus  ossia un normale melo).
Piccolo albero o arbusto che può raggiungere 5-8 metri d’altezza. Tronco marrone chiaro liscio.Le foglie sono decidue, alterne, lunghe 5-10 cm, ovate base arrotondata, margine liscio, finemente pelose (pubescenti).I fiori compaiono ad aprile-maggio, a 5 petali con corolle di 5-7 cm di diametro; sono ermafroditi di colore bianco o lievemente rosate, stami gialli con antere verdi chiare; l’impollinazione è mediata dagli insetti (entomofila o zoofila).I frutti detti cotogne, maturano fra settembre ed ottobre, sono di color giallo intenso, grandezza variabile, per lo più asimmetrici, maliformi o piriformi. Sono ricoperti da fine peluria che scompare a maturazione. La polpa ed il torsolo sono particolarmente duri. Il sapore è peculiare, per lo più asprigno, astringente perché ricco di tannino.

Utilizzo/Particolarità:
Il frutto era molto consumato fino a un secolo fa, ma ad oggi è diventato una rarità ed è considerato nei frutti dimenticati o minori.
Il frutto è usato per la preparazione di confetture, gelatine, mostarde, distillati e liquori. Ottima è anche sciroppata. La cotognata, gelatina semisolida in piccoli pezzi, è molto famosa nella Sicilia orientale, a Lecce e nel Basso Lodigiano, soprattutto a Codogno.
I frutti venivano posti negli armadi e nei cassetti per profumare la biancheria

Per saperne di più: Wikipedia

Ultimo agg.: 01 Mag 2022

MELOGRANO (Punica granatum)

Sinonimi: Albero della vita o dell’Eden — Provenienza: Iran, Himalaya, India — Famiglia: Punicaceae

Piccolo albero o arbusto a foglie caduche con forte tendenza a produrre polloni radicali, può raggiungere i 5-6 metri di altezza e vivere anche oltre 100 anni.

Foglie: sono opposte o sub-opposte, strette e allungate (2 x 7 cm), margini interi, rossastre nei giovani germogli, verde chiaro lucide quando crescono.

Fiori: compaiono a maggio e sono di colore rosso intenso, di 3 cm di diametro, con tre-quattro petali sottili e grinzosi, inseriti su un grosso calice a forma d’imbuto. Sono portati in posizione isolata o a gruppi di 2-3 e più.

Frutti: la melagrana è un falso frutto di forma rotonda o leggermente allungata di 5 a 12 cm di diametro che matura a ottobre-novembre, di consistenza robusta e con buccia dura e coriacea. Dall’altra parte rispetto al picciolo è presente una caratteristica robusta corona formata da 4-5 pezzi, residui del calice del fiore. All’interno presenta diverse robuste partizioni dove si trovano i semi (arilli) cioè i “grani” presenti in grande quantità (fino a 600 ed oltre per frutto) di colore rosato o rosso rubino dal sapore dolce acidulo.

Utilizzo/Particolarità: da sempre apprezzato sia a livello ornamentale che per i frutti eduli si è diffuso sin dall’antichità nel Caucaso e nella regione mediterranea. I romani lo chiamarono Punica perché lo importarono dalla regione punica della Tunisia.
In Italia sono presenti numerose varietà e cultivar che si differenziano tra loro per dimensione, colore, epoca di maturazione, oltre che per il frutto più o meno acidulo o dolce. Le varietà ornamentali hanno fiori “doppi” ma sterili di colore rosso, giallo, bianco o variegato.

Per saperne di più:- Wikipedia ————–Agraria.org

Ultimo agg.: 27 Gen 2022

NESPOLO DEL GIAPPONE (Eriobotrya Japonica)

Sinonimi: Nespolo Japonico– Provenienza:Giappone e Cina, dall’800 diffuso anche in Europa — Famiglia: Rosaceae

Esemplari a Bollate: Giardino dei Giusti, Scuola Marco Polo, Scuola Montessori, Parco Centrale (giro esterno), Scuola Don Milani

Albero sempreverde dalle ridotte dimensioni (fino a 8-10 metri) con chioma ampia tendenzialmente sferica, tronco diritto, corteccia grigio scura. Ne esistono molte varietà ottenute in serra (cultivar) per valorizzare l’aspetto ornamentale o il sapore. Non va confuso con la “nespola comune” (Mespilus germanica) anch’essa rosacea, oggi raramente coltivato e commercializzato.

Foglie: persistenti ovalari di dimensioni elevate (sino a 25 cm x 10 cm), appuntite, coriacee, rugose, con nervature evidenti; sono di colore verde scuro e lucide nella pagina superiore mentre la pagina inferiore è verde pallido, pelosa.

Fiori: compaiono nel tardo autunno (da fine ottobre-novembre) all’apice dei rami e durano anche fino a febbraio. Sono infiorescenze formate da fiori ermafroditi di ridotta dimensione, bianco crema, rosati, molto numerosi, coperti da fitta peluria e portano 20 stami e 5 pistilli. Sono molto amati dalle api che li impollinano nel tardo autunno.

Frutti: sono pomi (drupe) che iniziano a formarsi nel tardo autunno e maturano all’inizio della  primavera. Sono simili per colore e dimensioni alle albicocche con forma a uovo, buccia piuttosto sottile, poca polpa arancione di sapore dolce insipido e contengono 1-5 grandi semi centrali.

Utilizzo/Particolarità: albero molto amato sia per i suoi dolci frutti sia  per le sue qualità ornamentali grazie alle sue foglie presenti anche in inverno, all’infiorescenza profumata invernale e per i frutti colorati in primavera. I nespoli sono delle piante rustiche e, per tale ragione, sono in grado di sopportare senza problemi il gelo delle nostre regioni. Crescono meglio nelle regioni calde dove fiori e frutti durano più a lungo e viene prodotto un buon miele.

Per saperne di più: Acta Plantarum ————– Wikipedia ————–Agricoltura.org

Ultimo agg.: 01 Mag 2023

NESPOLO GERMANICO (Mespilus germanica)

Sinonimi: Nespolo Comune — Provenienza:Europa Sud Orientale – Persia secondariamente in Germaina — Famiglia: Rosaceae

Albero da frutto di piccole dimensioni o arbusto alto fino 4–5 m, di larghezza spesso superiore all’altezza; ha una crescita lenta ma vive a lungo, più di 100 anni, e resiste molto al freddo. I giovani rami possono avere peluria o spine. Corteccia è grigio-marrone, liscia all’inizio, si spacca in lamine sottili con l’età.Oggi è diffuso in tutta Europa come pianta spontanea nei boschi di latifoglie.

Foglie: sono grandi ovali con corto picciolo, caduche (a differenza del Nespolo del Giappone), con margini lisci, talora dentellate solo all’apice. Inizialmente opache con leggera peluria sulla pagina inferiore, divengono in autunno di uno splendido colore ramato.

il 5 maggio

Fiori: compaiono a fine maggio o giugno, dopo la comparsa delle foglie al vertice dei rametti fruttiferi sono solitari, ermafroditi a 5 petali bianchi o pennellati di rosa, molto visitati dalle api.

I Frutti sono piccoli pomi (drupe) di circa 2-3 cm di diametro, un po’ a forma di pera, con parte terminale appiattita ed aperta, contengono alcuni semi grossi e duri. Si raccolgono a novembre ma non si consumano freschi, perché duri e con sapore acido; possono essere mangiati solo in tardo autunno quando iniziano a decomporsi (trasformazione enzimatica della polpa che riduce il contenuto di tannino). Dopo maturazione hanno un alto contenuto di zuccheri (circa 20%).

Utilizzo/Particolarità: coltivati a scopo ornamentale e come albero da frutto. Da questo frutto si ottengono: marmellate, gelatine, salse e varie preparazioni culinarie e si prepara un liquore di sapore dolce e gradevole. In passato era apprezzato in alcuni comuni del cuneese ove era al centro di feste popolari quando si producevano dei dolci ripieni di marmellata di nespolo.
Attualmente viene preferito il Nespolo del Giappone che viene coltivato in modo più estensivo.

Per saperne di più: Wikipedia ————–Agraria.org

Ultimo agg.: 26 Nov 2021

PERO (Pyrus communis)

Sinonimi: Pero comune, European Pear — Provenienza: Europea e Asia Sud-occidentale – Famiglia: Rosaceae

Esemplari a Bollate: Parco Centrale, Scuola Montessori

Albero in genere piccolo raramente può raggiungere i 20 metri di altezza. La chioma ha forma piramidale o irregolare, il tronco ha scorza grigio brunastra che si fessura con l’età e presenta profonde e caratteristiche placche quadrangolari.

Le foglie sono decidue, alterne, con picciolo ornato di stipole; forma variabile, per lo più ovalari, talora ad apice acuto, finemente dentate; sono leggermente coriacee con superficie superiore più scura.
Nel nostro parco la fioritura inizia a fine marzo.

I fiori sono riuniti in corimbi con peduncolo e calice tomentoso; la corolla è composta da 5 petali ovati bianchi o lievemente rosati; gli stami presentano antere rosso violacee (a differenza di quelle del ciliegio che sono gialle).

i Frutti sono tipicamente piriformi commestibili.

L’uomo ha selezionato a scopo alimentare varietà che producono frutti più grandi e con differenti caratteristiche/sapore.

  • I peri del “frutteto della Montessori” producono “Pere Coscia“,  cultivar italiano caratterizzato da frutti medio-piccoli, con buccia verde che vira al giallo quando il frutto raggiunge la maturazione.
  • Nel frutteto del Parco Camilleri di Cassina Nuova di Bollate sono stati messi a dimora, a scopo didattico, peri da frutto di differente varietà, vi ritroviamo: Pere Decana  e Pere Conference.
Per saperne di più: Acta Plantarum

Specie o Varietà simili:

PERI ORNAMENTALI DA FIORE (Pyrus calleryana ‘Chanticleer’)

Sono molto diffusi nei parchi o lungo le strade urbane (come in via Montessori e via 4 Novembre di Bollate), hanno una dimensione più contenuta, spesso piramidali, presentano una bella fioritura a metà marzo, prima delle foglie,  non producono frutti.

PERO Selvatico (Pyrus pyraster)

Provenienza: Europa Centro-Occidentale fino al Caucaso — Famiglia: Rosaceae

La pianta può restare da adulta un semplice arbusto alto 3-4 m, o diventare alberello, raramente grande come il pero comune con cui si confonde facilmente. I rami presentano molti collaterali da sembrare quasi spinosi.

Le foglie sono decidue, di forma ovata con margini seghettati.

I fiori hanno petali bianchi, stami con antere rosso violacee. Le gemme presentano sfumature rosse. La fioritura avviene nella media primavera.

I frutti (pomi piriformi) presentano diametro di 1-4 cm color giallo-verdastro con striature rosse e maturano da fine agosto.

Curiosità: è il progenitore della comune pera coltivata e venduta in Europa; reperti ritrovati in siti preistorici indicano che già 35.000 anni fa gli uomini ne mangiavano i frutti

Per saperne di più: Agraria.org

Ultimo agg.: 29 Nov 2021

PESCO (Prunus persica)

Sinonimi: albero della Persia — Provenienza: Cina e poi Medio Oriente, Persia — Famiglia: Rosaceae

Il pesco è un albero che può raggiungere un’altezza di 4-8 metri. La sua corteccia è bruno-cinerina ed i suoi rami sono rosso-bruni lisci.

Foglie: alterne, lanceolate, appuntite lunghe con margine seghettato, si presentano di colore verde scuro nella faccia superiore e verde grigio in quella inferiore.

Fiori: compaiono prima delle foglie in marzo-aprile in zone apicali sui rami giovani. Sono di colore rosa con una grande differenza tra le tante varietà presenti nel nostro paese. I petali possono essere piccoli e stretti, o ampi e larghi: se all’interno hanno dei petali di colore più scuro-aranciato daranno luogo a frutti a polpa gialla, se l’interno è presente una sfumatura chiara i frutti saranno a polpa bianca. Gli stami sono molto numerosi fino a 20-30.

Frutti: le pesche sono drupe carnose, tondeggianti solcate longitudinalmente da un unico solco; sono succose e zuccherine, con buccia di colore giallo-rossastra sottile e liscia nelle nettarine o pelosa (tomentosa urticante) e più spessa nelle varietà bianche o gialle. Maturano da maggio a settembre a seconda della varietà e dei cultivar.

Utilizzo/Particolarità: Il pesco, originario della Cina, si diffuse rapidamente in Persia ed è stato importato da Alessandro Magno nella regione del Mediterraneo dove venne chiamato “albero della Persia”. Nonostante sia coltivato soprattutto per i suoi ottimi frutti, alcune varietà presentano fiori grandi, doppi di grande effetto, i cosiddetti “peschi da fiore” utilizzati per decorare giardini ma con frutti scadenti non commestibili.

Per saperne di più: – Wikipedia ————–Agraria.org

Ultimo agg.: 26 Nov 2021

SUSINO (Prunus domestica)

Sinonimi: Prugno, susino europeo, prugno europeo — Provenienza: Caucaso — Famiglia: Rosaceae

Alberello di medie dimensioni, forma tipica ad ombrello o alberello da 3-4 fino a 6-8 metri d’altezza a secondo della varietà; corteccia chiara

Foglie: ovoidali, oblunghe, acute all’apice a margine seghettato, dalla superficie più o meno rugosa, verde scuro; la faccia inferiore è pelosa.

Fiori: compaiono all’inizio della primavera subito prima delle foglie. I fiori, portati da un peduncolo peloso, sono solitamente bianchi, con petali separati, antere gialle su lunghi stami.

Frutti: sono drupe dolci carnose, ovali o sferiche che possono giungere sino a 8 cm con grosso seme legnoso al centro. I frutti maturano da giugno a fine settembre a seconda della varietà: Agostana, con frutti piccoli di colore rosso e polpa gialla, Bianca di Milano frutti di forma rotonda, buccia verde chiaro e polpa gialla zuccherina, Regina Claudia gruppo di varietà dal verde al giallo dorato che produce frutti di forma sferica, Florentia che produce frutti sferici e cuoriformi di colore giallo venato di rosso, Santa Clara con frutti dalla buccia spessa blu-violetto e polpa che sfuma dal giallo al verde che assicura elevata produttività nella tarda estate.

Per saperne di più: Wikipedia ————–Agraria.org

Ultimo agg.: 24 Gen 2023

Ultimo agg.: 01 Mag 2023