Indice delle Schede Botaniche Nozioni di Botanica

Erbe aromatiche presenti in questa pagina

  1. ALLORO (Lauraceae)
  2. ELICRISO (Asteraceae)
  3. Famiglia delle Lamiaceae (ex Labiatae)

ALLORO (Laurus nobilis “Aurea”)

Sinonimi: lauro, melauro — Provenienza: Asia Minore e bacino del Mediterraneo — Famiglia:  Lauraceae

Esemplari a Bollate: Parco Camilleri, Scuola Marco Polo, Scuola Montessor, Scuola Don Milani

Piccolo albero o arbusto “sempreverde” che può raggiungere anche i 20 metri di altezza con chioma densa e rami espansi. La corteccia è verde liscia negli esemplari giovani, più scura, bruno-grigiastra in quelli più vecchi. E’ un albero poco longevo perché vive in media circa 100 anni.

Foglie: alterne, lunghe 5-12 cm e larghe 2-5 cm, persistenti, ovalari con margine un po’ spiegazzato, coriacee; lucide di colore verde scuro nella parte superiore, opache e più chiare nella parte inferiore. Quando sono schiacciate emettono un profumo dolce e aromatico.

Fiori: è una pianta dioica, con fiori maschili e femminili portati su piante differenti. I fiori sono piccoli , giallo tenue o giallo-verdognoli, profumati, compaiono in marzo-aprile tra la foglie e il ramo, a mazzetti nella regione ascellare. L’impollinazione è anemofila.

Frutti: bacche ovali (drupe) peduncolate di 1-2 cm, verde scuro che diventano nere e lucide a maturità in autunno e persistono a lungo sui rami. In ogni bacca è contenuto un solo seme, che viene diffuso dagli uccelli.
La moltiplicazione avviene molto facilmente sia dai polloni che per talea.

Utilizzo/Particolarità: Usato nell’antichità come simbolo di gloria e fama. Con l’alloro venivano intrecciate corone per incoronare imperatori, atleti, poeti. Anche noi cingiamo d’alloro chi ha meritato un riconoscimento pubblico e per i neolaureati.
Il legno è duro, omogeneo, ben lucidabile perciò viene utilizzato anche in ebanisteria.
L’albero viene utilizzato a scopo ornamentale per siepi e bordure. Le foglie e i frutti, dotati di intensa profumazione aromatica per la loro ricchezza di oli essenziali, vengono utilizzati in cucina, in profumeria e nella produzione di saponi.
Fin dall’antichità è tra gli aromi più utilizzati in cucina! Dell’Alloro si utilizzano le foglie sia fresche che essiccate. L’Alloro è ideale per l’abbinamento con molti piatti: dalle minestre, alle carni, al pesce. Eccellente anche per insaporire i legumi e i carciofini sott’olio!
L’Alloro è un ottimo antinfiammatorio per i dolori reumatici, ma è utile anche per limitare molti disturbi respiratori e digestivi.

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Ultimo agg.: 01 Mag 2023

ELICRISO (Helichrysum italicum)

Sinonimi: perpetuini, tignamica, semprevivo — Provenienza: Europa Meridionale — Famiglia: Asteraceae (ex Compositae)

Esemplari a Bollate: Parco Camilleri

Pianta sempreverde cespugliosa perenne, suffruticosa, diffusa in gran parte dell’Europa mediterranea e nelle zone costiere dell’Italia centro-meridionale e delle isole. Il nome Helichrysum deriva dal greco helios (sole) e chrysos (oro) per il colore giallo lucente delle inflorescenze dette “capolini”. Il nome volgare, Perpetuini, deriva proprio dai capolini di queste piante che hanno una parte delle squame secche che persistono a lungo inalterate.

Foglie: profumate, alterne, lineari, lunghe 20-40 mm e larghe 1 mm di colore grigio-argentee e ricoperte da fine peluria biancastra.

Fiori: fiorisce tra luglio ed agosto con corimbi ramificati, posti all’apice del fusto, composti da 20-30 capolini conici dalle squame giallo-brunastre. Ciascun capolino è composto da 12-15 fiori tubulosi, ermafroditi di colore giallo-oro brillante che emanano un odore intenso, aromatico inconfondibile simile alla liquirizia. L’impollinazione è entomofila, operata dalle api e da altri insetti pronubi.

Frutti: è un achenio oblungo dotato di un pappo

Utilizzo/Particolarità: Le parti fiorite vengono utilizzate come profumatori di biancheria e ambienti. In cosmetica l’elicriso è impiegato come fissante nei profumi.
In cucina le foglie dell’elicriso forniscono un moderato aroma di curry e possono essere impiegate per insaporire risotti, minestre, carne di pollame e ripieni conferendo un gusto caratteristico molto simile a quello del Curry. Per questo è anche chiamata “pianta del curry”. La pianta veniva anche utilizzata per aromatizzare il lardo.
L’elicriso era già conosciuto e apprezzato in epoca greco-romana e nel medioevo come pianta officinale per uso esterno, come lenitivo antinevralgico. I diversi preparati a base di elicriso (estratto fluido, sciroppo, aerosol, tisane) possono trovare impiego nelle malattie dell’apparato respiratorio, nelle malattie reumatiche e allergiche.

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Ultimo agg.: 27 Gen 2022

LAVANDA OFFICINALE( Lavandula officinalis o Lavandula angustifolia Mill )

Sinonimi: lavanda a foglie strette, lavandula, spigo, espigo, nardo – Provenienza: Regioni Mediterranee — Famiglia: Lamiaceae (ex Labiatae)

Esemplari a Bollate: Parco Camiller, Scuola Don Milani

E’ una pianta erbacea sempreverde, perenne (alcune varietà sono annuali) a cespuglio con numerosi fusti eretti, ramificati e legnosi alla base, che può raggiungere il metro di altezza con tipica infiorescenza a spiga. Originaria delle regioni mediterranee, è diffusa in Italia, coltivata o spontanea, dal piano ai 1.800 metri, in particolare nelle zone aride e sassose. Molte sono le specie di Lavanda, oltre agli ibridi ed alle varietà orticole.

Foglie: opposte, lineari o lanceolate, cinerine-grigiastre, a margini rivoltati, spesso fascicolate alla base della pianta; le foglie presentano sulla loro superficie microscopici peli (peluria), che proteggono la pianta dall’evaporazione causata dal sole, e piccole strutture sferiche che contengono i composti responsabili dell’aroma tipico.

Fiori: sono ermafroditi, “labiati” con forma complessa, compaiono da giugno a settembre all’apice degli steli come spiga allungata e sottile disposti a verticilli (da 2 a 10) di colore dall’azzurro-pervinca all’indaco-violetto, tipicamente profumati. L’impollinazione avviene tramite insetti.

Frutti: è uno schizocarpo composto da 4 nucule lisce di color castano brillante, di piccole dimensioni.

Utilizzo/Particolarità: i fiori di lavanda vengono utilizzati per le loro proprietà modestamente sedative e antispastiche, a livello gastro-intestinale e sulle vie respiratorie. L’olio essenziale si utilizza esclusivamente per via esterna: ha proprietà detergenti, antinfiammatorie, analgesiche, antibatteriche, cicatrizzanti e decongestionanti; viene usato anche per alleviare il prurito delle punture di insetti. In cosmesi l’olio essenziale è un profumo molto apprezzato. I fiori essiccati e raccolti in sacchetti di stoffa profumano la biancheria nei cassetti e negli armadi. In cucina i fiori si possono utilizzare per profumare lo zucchero nella preparazione di dolci e biscotti. Le foglie si possono impiegare per profumare l’agnello arrosto.

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MAGGIORANA (Origanum majorana L. o Majorana hortensis M.)

Sinonimi: persia – Provenienza: Asia centrale e Africa settentrionale — Famiglia: Lamiaceae (ex Labiatae)

Esemplari a Bollate: Parco Camilleri

Pianta erbacea perenne, in Europa e in Italia è diffusa come pianta aromatica con getti annui persistenti solo nella parte basale, mentre si seccano nel resto del fusto. Nelle zone fredde viene coltivata come annuale. Presenta fusti ramificati, alti fino a 60 cm.

Foglie: le piccole foglie verde-grigio sono semplici, opposte, ovato-ellittiche, leggermente pelose.

Fiori: ermafroditi, tubulari bianchi o rosa, con brattee lunghe; compaiono in estate e sono riuniti in dense spighette che formano delle pannocchie terminali. L’impollinazione avviene tramite insetti.

Il Frutto è formato da quattro acheni racchiusi nel fondo del calice persistente, di forma allungato-ovale e di colore prima giallo, poi bruno. I semi, una volta caduti a terra, sono dispersi soprattutto da formiche, attratte dall’appendice oleosa del seme.

Utilizzo/Particolarità: Si usano le foglie e le estremità fiorite sia fresche che essiccate. E’ molto apprezzata in cucina per aromatizzare carni in umido, funghi, legumi, salse, insalate di pomodori, ecc.
Il profumo della maggiorana è più dolce e speziato rispetto a quello dell’origano, che è invece più fresco e pungente.
Viene usata anche per liquori a base di erbe e vermuth.
Proprietà terapeutiche: sedative, antispastiche. Per uso esterno, viene impiegato per frizioni antireumatiche.

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MELISSA (Melissa officinalis L.)

Sinonimi: melissa vera, cedronella, citronella, erba cedrina, erba limona — Provenienza: Asia Occidentale — Famiglia: Lamiaceae (ex Labiata)

Esemplari a Bollate: Parco Camilleri

Il nome generico Melissa in greco antico indicava “ape”, il nome specifico (officinalis) sottolinea che si tratta di una pianta curativa o medicinale. Pianta perenne, erbacea, eretta cespugliosa, dal gradevole odore di limone che cresce spontanea in luoghi incolti, asciutti e soleggiati sino a 1000 metri sul livello del mare. Altezza 30÷80 cm.

Foglie: sono picciolate e opposte 2 a 2 lungo il fusto, con ogni coppia disposta a 90° rispetto a quella sottostante. Forma da ovate a cuoriformi, di 6 cm x 3 cm, con 6 – 14 denti arrotondati su ogni lato. La superficie è pelosa, corrugata, il colore verde intenso nella parte superiore, verde più chiaro nella parte inferiore.

Fiori: ermafroditi, compaiono in estate, si presentano come calici tubulosi-campanulati con 5 petali, portati da brevi peduncoli che emergono all’ascella delle foglie. Due – quattordici fiori sono solitamente disposti a verticillo ossia spuntano dallo stelo allo stesso livello, sullo stesso asse e sullo stesso piano, formando una spiga irregolare di 8-15 mm. Il colore dei petali bianco giallastro tende a divenire rosato dopo la fecondazione operata dagli insetti (soprattutto le api).

Frutti: è un tetrachenio, cioè contiene 4 piccoli acheni ovali bruni.

Utilizzo/Particolarità: la Melissa officinalis è molto apprezzata per la preparazione di infusi dissetanti dal sapore di agrumi (le è valso per questo il nome di “cedronella”). Le foglie vengono impiegate per aromatizzare frittate, insalate, pesce, marmellate e macedonie. Distillata è usata per la preparazione di liquori come il “Grand Chartreuse”.
In fitoterapia, viene impiegata come sedativo negli stati d’ansia con somatizzazioni viscerali ed irrequietezza per la sua azione spasmolitica. Controindicata per i soggetti affetti da glaucoma e ipotiroidismo. Non sono noti studi clinici controllati in donne in gravidanza e allattamento in conformità con la prassi medica generale, il prodotto non deve essere utilizzato senza prima aver sentito il parere del medico.

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MENTA (Mentha x piperita) ibrido fra Mentha aquatica L. e Mentha spicata L.

Sinonimi: menta romana — Provenienza: Europea — Famiglia: Lamiaceae (ex Labiatae)

Esemplari a Bollate: Parco Camilleri

Il genere comprende 20 specie differenti oltre agli ibridi. Pianta diffusamente coltivata in tutto il territorio italiano e molto diffusa in tutte le parti del mondo a clima temperato. La sua robustezza è tale che può diventare infestante. E’ una pianta erbacea perenne, fusto eretto, alto fino a 70 cm, più o meno pubescente, a sezione quadrangolare dal colore rossiccio.

Foglie: sono opposte 2 a 2 a 90 gradi rispetto alle precedenti, ovato-ellittiche e seghettate ai margini, verdi scure, molto profumate.

Fiori: possono essere ermafroditi, ma anche solo femminili, molto piccoli di colore bianco o rosa-viola, sono molto numerosi e densi, disposti a verticillo formando una sorta di spiga fusiforme di 4-10 cm all’apice degli steli (tipico della Mentha spicata). La fioritura avviene dal basso verso l’alto in piena estate e prosegue fino all’autunno. L’impollinazione avviene tramite insetti (entomofila).

Frutti: è uno schizocarpo composto da 4 acheni con forme da ovoidi a cilindroidi con la superficie da liscia a rugosa.

Utilizzo/Particolarità: Le foglie e le sommità fiorite possono essere usate fresche o essiccate in cucina per minestre, risotti e stufati. Largamente usata nella preparazione di caramelle, sciroppi e molti liquori.
Ha proprietà digestive ed espettoranti; valido antisettico per uso esterno.

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ORIGANO (Origanum vulgare L)

Sinonimi: origano comune, regamo — Provenienza: Europa e Asia occidentale — Famiglia: Lamiaceae (ex Labiatae)

Esemplari a Bollate:

Pianta erbacea perenne, alta fino a 80 cm, che a maturità diviene semiarbustiva, sempreverde nei luoghi ove il clima è mite. Ha rizoma legnoso ramificato e strisciante orizzontalmente, dal quale si sviluppano i fusti, spesso sdraiati nella parte basale poi eretti, con sezione quadrangolare, ramificati in alto, di colore rossastro e ricoperti da una fitta peluria. In Italia è presente in quasi tutte le regioni, dal piano ai 1.300 metri.

Foglie: molto aromatiche, il loro colore è un bel verde intenso; sono opposte, da arrotondate ad ovate-lanceolate.

Fiori: le infiorescenze, disposte a pannocchie o corimbi, presentano fiori ermafroditi di colore rosa-violetto o bianco che sbocciano da metà estate all’inizio dell’autunno; diffondono un profumo intenso che impregna l’aria e attira le api.

Frutti: sono tetracheni, con apice acuto, di colore castano scuro.

Utilizzo/Particolarità: In cucina vengono utilizzare sia le foglie che le estremità fiorite (fresche o essiccate) per carni, pesci, funghi, verdure, insalate in particolare di pomodori e nella caprese. Indispensabile nella pizza e nelle fettine alla pizzaiola. Viene usato in aperitivi e digestivi.

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ROSMARINO (Rosmarinus officinalis L. )

Sinonimi: Ramerino, Osmarino, Trasmarino, Salvia rosmarinus – Provenienza: Europa, Asia e Africa. — Famiglia: Lamiaceae (ex Labiatae)

Esemplari a Bollate: Parco Camilleri

Pianta arbustiva sempreverde aromatica (50–300 cm) con radici profonde, fibrose e resistenti, ancoranti; ha fusti legnosi di colore marrone chiaro, rami prostrati ascendenti o eretti, molto ramificati; i giovani rami pelosi di colore grigio-verde sono a sezione quadrangolare. Cresce spontaneo nell’area mediterranea e si è acclimatato anche nella regione prealpina e pianura Padana.

Foglie: aghiformi, persistenti e coriacee, lunghe 2–3 cm e larghe 1–3 mm, sessili, opposte, addensate sui rametti; hanno colore verde lucente sulla pagina superiore e biancastre in quella inferiore per la presenza di peluria bianca, che aiuta la pianta a sopravvivere alla siccità estiva. Le foglie sono ricche di ghiandole oleifere responsabili del sapore e fragranza del rosmarino.

Fiori: ermafroditi, sessili e piccoli, riuniti in brevi grappoli all’ascella delle foglie, compaiono da marzo a ottobre a seconda del clima. In periodi caldi ed aridi va in riposo vegetativo = fenomeno della estivazione. Ogni fiore possiede un calice campanulato di colore lilla-indaco, azzurro-violaceo o, più raramente, bianco o azzurro pallido. L’impollinazione avviene tramite insetti, tra cui l’ape domestica, che ne raccoglie il polline e l’abbondante nettare, da cui si ricava un ottimo miele.

Frutti: sono tetracheni, con acheni liberi, oblunghi e lisci, di colore brunastro.

Utilizzo/Particolarità:Il rosmarino viene usato per insaporire carni, pesci, minestre, focacce, oli e aceti aromatici, grappe e liquori. Alcuni rametti bruciati sul fuoco allontanano gli insetti.
Grazie ai suoi olii essenziali il rosmarino è utilizzato anche nell’industria dei saponi e dei cosmetici.
Presenta proprietà digestive, tonico-stimolanti, antisettiche.

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SALVIA (Salvia officinalis)

Sinonimi: salvia comune, salvia domestica — Provenienza: bacino del Mediterraneo — Famiglia: Lamiaceae (ex Labiatae)

Esemplari a Bollate: Parco Camilleri

Piccola pianta perenne, erbacea, sub arbustiva, aromatica alta sino a 60 cm, con fusto legnoso alla base e portamento eretto. Tutta la pianta si presenta grigio-tomentosa con odore aromatico. Nelle zone calde è un arbusto sempreverde. Ne esistono molte varietà differenti: il giardino Botanico di Pisa vanta una collezione di 200 specie!.

Le Foglie sono oblungo-ovate (talora lanceolate), di colore verde-grigiastro, molto profumate, feltrose al tatto; foglie opposte, disposte 2 a 2, picciolo di 10-20 mm, lunghe fino a 8 cm e larghe 2-3. cm.

Fiori: ermafroditi, compaiono a metà estate, sono bilabiati, molto piccoli (1-2 mm) con labbro superiore eretto formato da 2 petali saldati, labbro inferiore formato da 3 petali maggiormente allargati; presentano un colore blu-violaceo, più raramente bianco rosato e sono riuniti in pseudo verticilli che formano una inflorescenza a spiga composta da molti fiori sovrapposti, lunga dai 4 ai 18 cm.

Frutti: è un tetrachenio composto da quattro nucule di colore castano scuro. I semi, di colore marrone scuro, sono piccolissimi e leggerissimi tanto che in un grammo ne stanno oltre 200.

Utilizzo/Particolarità: la Salvia trova impiego in cucina per aromatizzare carni di vario genere, formaggi alle erbe, zuppe. Le foglie di salvia possono essere fritte in pastella, con alici e mozzarella, ma anche con i fagioli lessati e salse in genere.
L’estratto di salvia è un eccellente fissatore per profumi.
Tra i principali effetti, la salvia ha efficacia antisettica, digestiva e calmante.
La salvia contiene un chetone complesso, il tujone, che può risultare tossico ad alte dosi: questo spiega perché la salvia è stata usata come aroma ma non, per esempio, come insalata.

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TIMO (Thymus vulgaris )

Sinonimi: timo comune, iimo maggiore — Provenienza: Zone sud-occidentali del Mediterraneo — Famiglia: Lamiaceae (ex Labiatae )

Esemplari a Bollate: Parco Camilleri

Pianta arbustiva perenne, sempreverde con steli legnosi e ramificati specie nelle parti interne e rami più vecchi striscianti, che può raggiungere i 50 cm di altezza. Il timo è pianta tipica dell’area mediterranea, si trova in tutta Europa, dal Caucaso all’Anatolia, Asia mediterranea e Africa settentrionale, cresce bene in Italia dal mare alla regione montana preferendo zone aride e soleggiate.

Foglie: piccole, ovate, profumate, appena picciolate, sono disposte in modo opposto (in genere a 2 a 2) e ogni coppia successiva è disposta ad angolo retto rispetto alla sottostante. Il colore varia da verde più o meno intenso, a grigio-argento ricoperte da una fitta peluria.

Fiori: le infiorescenze sono delle spighe formate da alcuni fiori tubulari bi-labiati, spesso con evidenti brattee, raccolti in pseudo verticilli; hanno colori che varia dal bianco, a crema, violetto, rosa-biancastro, oppure da rosa a purpureo.

Frutti: tetrachenio costituito da nucule ovoidali lisce.

Utilizzo/Particolarità: Per i greci antichi Thymus significava forza e coraggio e veniva utilizzato come incenso nei sacrifici. Il Timo è insostituibile in cucina per insaporire carni arrosto, specie di pollo, sughi e verdure. Ottimo anche nei ripieni e in piatti di pesce, di formaggi non stagionati. Viene utilizzato anche in macedonie e confetture, liquori e vini aromatici.
Ha proprietà digestive, depurative, balsamiche; può essere usato per gargarismi del cavo orale.

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Ultimo agg.: 01 Mag 2023

Ultimo agg.: 25 Nov 2021