MELO SELVATICO (Malus sylvestris)Sinonimi: Melastro — Provenienza: Europea — Famiglia: Rosaceae Esemplari a Bollate: Parco Centrale, Scuola Montessori, Giardino dei Giusti |
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Il melo è un piccolo albero deciduo di 5-12 metri di altezza, con una chioma densa ed espansa e apparato radicale superficiale, può vivere anche 80 anni. Può essere potato basso e mantenuto come arbusto soprattutto a scopo ornamentale. Negli esemplari giovani la corteccia è grigio-bruna, piuttosto liscia, mentre negli esemplari più vecchi tende a sfaldarsi in placche.
Le foglie sono decidue, lunghe 3-4 cm, alterne, ovate con apice acuto e base arrotondata, margine fittamente seghettato, ricoperte da una peluria biancastra sulla faccia inferiore che tende a scomparire con l’avanzare della stagione. I fiori, riuniti in inflorescenze di 3-7 elementi , sono ermafroditi di colore bianco-rosato esternamente e bianco internamente, con corolla a 5 petali sub tondi non sovrapposti di 10-15 mm; gli stami presentano antere gialle (non rosse come i peri); l’impollinazione è anemofila. La fioritura nel nostro parco inizia a metà aprile. I frutti (pomi) sono globosi o globosi-ovoidi di 2-3 cm di diametro, giallo-verdastri, a volte con striature rossastre, molto profumati a maturità, ma di sapore aspro; racchiudono circa 10 semi che contengono modeste quantità di cianuro e possono causare avvelenamenti se consumati in dosi abbondanti. Maturano in autunno e si disgregano in inverno. Utilizzo/Particolarità: dalla domesticazione del Melo Selvatico, fin dall’antichità l’uomo ha ottenuto il Melo Domestico che si differenzia, oltre che per i frutti più grossi e dolci, per le foglie inferiormente tomentose anche in estate; inoltre i rami non sono spinescenti. Tuttora usato come portainnesto per la coltivazione di varietà di Malus Domestica. Esistono molte speci di “Meli da fiore” ottenuti con incroci, fra cui anche meli con foglie e fiori rossi (uno presente anche nel nostro parco) |
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Per saperne di più: Acta Plantarum | |||
Melo con portamento arbustivo del Giardino dei Giusti di via Perlasca a Bollate |
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Malus varietà rubra o purpurea SPP (eradicato nel 2017 perché ammalato) |
MELO DA FRUTTO (Malus domestica)Sinonimi: Melo da frutto– Provenienza: Europa — Famiglia: Rosaceae Esemplari a Bollate: Scuola Montessori, Parco Camilleri |
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Il melo da frutto è simile al Melo silvestre, ma è più imponente e produce frutti più grandi selezionati per l’alimentazione. E’ un albero deciduo che può raggiungere anche 8-10 metri di altezza, con una chioma densa ed espansa e apparato radicale superficiale, longevo (anche 80 anni). La corteccia è grigio-bruna, piuttosto liscia rispetto ad altri alberi da frutto.
Le foglie sono decidue, lunghe 3-4 cm, alterne, ovate con apice acuto e base arrotondata, margine seghettato, ricoperte da una peluria biancastra sulla faccia inferiore anche a maturazione (a differenza del Melo silvestre). I fiori compaiono ad aprile-maggio e sono riuniti in inflorescenze di 3-7 elementi; sono ermafroditi di colore bianco-rosato esternamente e bianco internamente, con corolla a 5 petali sub tondi non sovrapposti di 25-30 mm; gli stami presentano antere giallo-brune (non rossastri come nei peri); l’impollinazione è anemofila. I frutti detti pomi o mela comune, in realtà falsi frutti (il vero frutto è il torsolo), sono globosi di 5-9 cm di diametro, inizialmente verdi, a maturazione diventano giallo-verdastri o rossi a seconda delle varietà; con polpa gradevole in genere dolce. Utilizzo/Particolarità: è stato ottenuto fin dall’antichità dal Melo selvatico per produrre frutti più grossi e dolci, più adatti all’alimentazione. Esistono numerose varietà e cultivar. Nel giardino della scuola Montessori, posteriore vicino al “Montessorto”, erano stati messi a dimora due piccoli meli da frutto varietà “Golden”, purtroppo recentemente eliminati perché parassitati. Nel Frutteto del Parco Camilleri di Cassina Nuova di Bollate sono stati messi a dimora, a scopo didattico, meli da frutto di differente varietà, vi ritroviamo: Melo Annurca, Melo Granny Smith e Melo Starking. |
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Per saperne di più: Acta Plantarum | |||
Ultimo agg.: 22 Giu 2022